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Cod Art 0339 | Rev 01 del 20 Apr 2013 | Data 24 Ott 2010 | Autore Pierfederici Giovanni

 

   

QUANTO INQUINANO LE CICCHE DI SIGARETTE?

Granchio con mozzicone di sigaretta

Con questo articolo rispondiamo a quanti hanno chiesto maggiori informazioni sull’inquinamento da cicche di sigarette.
Le cicche, come tutti sanno, sono le porzioni residue delle sigarette e al loro interno sono state trovate oltre 4.000 sostanze chimiche, alcune delle quali hanno effetto mutageno e cancerogeno.
Le cicche sono realizzate in acetato di cellulosa, sostanza difficilmente biodegradabile, persistente, e quindi causa e fonte di molti problemi ambientali. In Italia, vengono consumate 72 miliardi di sigarette all’anno, e molte cicche finiscono inevitabilmente nell’ambiente. Il problema ambientale non è stato mai affrontato, offuscato da altre campagne preventive che poco hanno modificato le abitudini dei consumatori, che spesso, anche inconsapevolmente, gettano le cicche ovunque, in mare, in spiaggia, in strada.
Si calcola che sette automobilisti su 10 gettino le cicche di sigaretta ancora accese fuori dai finestrini delle auto in corsa, causando spesso, durante il periodo estivo, incendi con danni notevoli a cose e persone. Da qui la necessità di intraprendere un'intensiva campagna di educazione nei confronti dei fumatori.

INQUINAMENTO DA SIGARETTA
I produttori di sigarette utilizzano una quantità enorme di additivi (che debbono essere non tossici) per imprimere al loro prodotto delle caratteristiche di unicità. Nessuno però conosce, al di fuori dei produttori, l'additivo utilizzato, ma è noto che dalla loro combustione derivano poi centinaia e centinaia di composti chimici, anche pericolosi. Lo zucchero per esempio, bruciando, aumenta la percentuale di catrame, il caramello produce catecolo, un potente agente cangerogeno, l'acroleina, che deriva dalla combustione della glicerina, irrita e danneggia le cilia vibratili dei bronchi. Tutte queste sostanze sono contenute nel tabacco, ma anche nella carta vergata che rappresenta solo il 5% in peso della sigaretta.
Il filtro è realizzato con fibre di acetato di cellulosa, incollate da glicerolo triacetato. È una struttura dal nome improprio, poiché trattiene solo una parte minima dei prodotti della combustione, e non può essere diversamente, dato che le sostanze farmacologicamente attive sprigionate dalla combustione del tabacco debbono essere inalate. Tuttavia una parte modesta delle oltre 4.000 sostanze tossiche rimangono nel filtro. Non esistono dati precisi sulle quantità e sulla natura delle sosstanze che rimangono imprigionate nel filtro, perchè ogni produttore, come detto, usa additivi diversi. Inoltre la parte residuale che rimane nel filtro, è dipendente in termini di quantità, anche dal modo di fumare del tabagista. Si tratta di un dato apparentemente banale, ma in realtà è stato dimostrato che la quantità di sostanze chimiche che rimangono nel filtro è fortemente correlata al modo di fumare.
L'efficienza del filtro inoltre, non è la stessa per tutte le sostanze che vi passano attraverso, in genere varia dal 40 al 60%.

Non è possibile considerare tutte le sostanze chimiche presenti nel fumo di sigaretta, per cui solo quelle ritenute maggiormente rappresentative sono state monitorate e studiate. Tra queste la nicotina, i COV (Composti Organici Volatili), il polonio 210, l'acetato di cellulosa, il particellato (detto anche condensato).
La nicotina è un alcaloide volatile e solubile in acqua. Ogni sigaretta contiene 15 - 20 mg di nicotina e circa la metà viene degradata. Il 20% di essa passa nel fumo e circa 1/3 rimane nel filtro che poi viene gettato. Quindi considerando che in Italia sono consumate 72 miliardi di sigarette all'anno, moltiplicando questo valore per 4.5 mg di alcaloide che rimane nel filtro, otteniamo un valore pari a 324 tonnellate di nicotina che è riversato nell'ambiente ogni anno. La nicotina è tossica per gli organismi acquatici e per l'ambiente, per questo quando si osserva un mozzicone in un piccolo specchio d'acqua, si osservano anche molti piccoli animali morti.
Il polonio 210 è un elemento radioattivo che viene assorbito dalle radici della pianta del tabacco, poiché come fertilizzanti sono molto spesso usati polifosfati ricchi di radio. Circa il 50% del polonio 210 è trasferito al fumo, il 15% lo si trova nella cenere, il 35% rimane nel mozzicone.
I COV sono prodotti dalla combustione del tabacco e tra questi abbiamo benzene, formaldeide, acetone, toluene, acreolina ecc..tutti composti cancerogeni e mutageni, nonché irritanti per le mucose e alcuni hanno anche un'azione neurotossica. Ogni anno vengono sversate con le cicche circa 1.800 tonnellate di COV nell'ambiente.
L'ammoniaca e l'acido cianidrico vengono emessi con il fumo, in ragione di circa 0.6 mg, e circa 0.3 mg rimangono nel filtro. Entrambi sono altamente tossici per gli organismi acquatici.
Il particolato o condensato ammonta a circa 40 mg per sigaretta. È costituito da IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), metalli pesanti, catrame e benzopirene, più una miriade di altri composti. L'esposizione al particolato, acuta o cronica è associata ad una serie molto lunga di patologie respiratorie e di altra natura. Sono 1.440 le tonnellate annue di particolato emesso nell'ambiente.
L'acetato di cellulosa è il materiale con cui è realizzato il filtro ed è fotodegradabile (da non confondere con la biodegradabilità). Così acqua, sole e variazioni termiche ne provocano lo sgretolamento e la dispersione nell'aria e nell'acqua. Circa 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa vengono ogni anno emesse nell'ambiente.

L'IMPATTO AMBIENTALE SULLE SPIAGGE E NEI MARI

È recente l'indagine dimostrativa promossa da Focus sull'impatto ambientale delle cicche di sigarette. Ogni metro quadro di spiaggia contiene in media 2 mozziconi, poi tappi di plastica, cannucce e stecchi di gelato. In media quindi sulle nostre spiagge vi sono 12.4 milioni di nuovi mozziconi di sigarette all'anno. Anche all'estero la situazione è analoga. Negli Stati Uniti e in Australia i mozziconi di sigarette sulle spiagge sono un problema. E quasi nessuna località, con rare eccezioni, è attrezzata per lo smaltimento dei mozziconi. E sono pochi gli stabilimenti che mettono a disposizione dei portacenere sotto gli ombrelloni.
Il passaggio dalle spiagge al mare è inevitabile. Per questo i composti tossici dei mozziconi di sigaretta entrano nella complessa rete alimentare del mare. La tossicità di un singolo mozzicone è paragonabile a quella di molti pesticidi, quindi la qualità dei corsi d'acqua e delle acque di balneazione ne risente notevolmente.
Attualmente stanno aumentano di numero anche i piccoli filtri usati per le sigarette "fai da te", che sono più facilmente ingeriti da animali come pesci, uccelli e piccoli animali. Spesso tale ingestione provoa la morte di molti animali marini.
Sino ad ora solo l'Australia ha dato via a delle sperimentazione finalizzate alla raccolta dei mozziconi da parte del singolo fumatore, attraverso un portacenere portatile resistente al fuoco e riutilizzabile.
Nel resto del mondo non esiste nessuna norma che regolamenti lo smaltimento delle cicche di sigaretta e nessuna vera campagna di sensibilizzazione (esclusa quella di Marevivo, vedere sitografia), quindi è sicuramente utile, anzi necessario, formare i singoli fumatori, illustrare loro i problemi legati al pericolo del fumo e dei mozziconi che inconsapevolmente gettano in qualsiasi posto, munirli di portacenere portatili e attrezzare le aree per fumatori con portacenere ermetici, ed eventualmente smaltire i mozziconi allo stesso modo delle pile e comunque secondo procedimenti da studiare al fine di alleviare l'impatto ambientale dei mozziconi. Basterebbe aumentare di pochi centesimi il costo di un pacchetto di sigarette per mettere a punto dei piani efficaci di raccolta e smaltimento delle cicche.
Ricordiamo che un singolo mozzicone ingerito da una tartaruga marina può ucciderla in poco tempo.

BIBLIOGRAFIA

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SITOGRAFIA